Come rilanciare il Piemonte attraverso il Golf: la visione di Ferraris

L’assessore regionale allo Sport Giovanni Maria Ferraris racconta il suo rapporto con il Golf e come questo sport si inserisca nel contesto turistico-attrattivo piemontese.

Qual è il suo rapporto con il golf? 

Il golf è una disciplina unica nel panorama sportivo, sia per le variabili del gioco stesso, che per il luogo dove si svolge. Un campo non è mai uguale all’altro e lo stesso percorso spesso è differente da quello precedentemente giocato. Questa disciplina permette di giocare stando sempre all’aria aperta, in ambienti spettacolari che il nostro territorio può offrire. L’ideale per chi ama immergersi nella natura e nella quiete. 

Inoltre il golf consente di misurarsi con se stessi e con il percorso di gioco, prima ancora che con gli altri. Senza trascurare una peculiarità importante: è praticabile ad ogni età e per ogni livello. 

Ciò senza contare i numerosi benefici legati alla salute, poiché favorisce un impegno aerobico moderato che contribuisce a mantenere uno stile di vita sano e dinamico, in particolare nei giocatori in età più avanzata, mentre per i giovani consente di allenare e potenziare la concentrazione, utile nello studio come nel lavoro. 

Insomma, si tratta di uno sport davvero completo”.

Il golf può aiutare il turismo del Piemonte? E il turismo del Piemonte può aiutare il golf? 

Certamente. Grazie alla sua conformazione geomorfologicamente favorevole, il Piemonte è la terra ideale per gli appassionati di golf, che possono trovare un’ampia scelta tra campi pratica, 9, 18, 27 e 36 buche diffusi in ogni zona. 

In pochi chilometri si passa dalle colline patrimonio UNESCO, alle Alpi, fino alle aree più pianeggianti dell’Alessandrino, del Novarese e del Canavese: un’opportunità unica per il golfista, può trovare ogni condizione di gioco differenti con cui confrontarsi. Si passa dai 2000 metri del Sestriere, con le “18 buche più alte d’Europa”, agli incantevoli panorami del Lago Maggiore ed alle colline dell’Astigiano e del Cuneese, fino al Torinese, dove i percorsi sono immersi in magnifici parchi naturali, tra storiche residenze sabaude, monasteri, colline e montagne. Una ricchezza riconosciuta anche a livello internazionale. Nella nostra regione infatti, dal 1925 ad aggi, si sono svolti ben 13 Open d’Italia.  

Un viaggio nel Piemonte del golf che può trasformarsi in un percorso alla scoperta del patrimonio naturalistico, enogastronomico, storico, artistico e culturale o anche l’occasione per la cimentarsi in altre discipline sportive, dalla camminata al ciclismo, dall’arrampicata alla canoa, solo per citarne alcune. 

La settantina di Circoli piemontesi paiono dislocati strategicamente per poter soddisfare il golfista esperto come il neofita alla ricerca di una vacanza attiva immerso nella natura”.

La visione del golf è ancorata ai vecchi stereotipi. Lavorando all’allargamento del numero dei praticanti si può superare il preconcetto del golf come disciplina elitaria?  

Giocare a golf è bello sia per l’agonista che si esalta durante la gara e sfida se stesso e gli altri sul green, sia per il dilettante che ha l’occasione di divertirsi con un’attività fisica sempre all’aria aperta. Un tempo si trattava di uno sport per pochi intimi. E anche se oggi non è più così, al golf resta legato un forte valore economico, inteso soprattutto come capacità di spesa e dell’offerta turistica che permette. 

La Federazione ha lavorato molto per coltivare talenti, per rendere questo gioco più accessibile e per portare in Italia manifestazioni sempre più importanti, in grado di catalizzare l’attenzione sulla disciplina e di stimolare i giovani a cimentarsi. 

Occorre superare il pregiudizio di una parte dell’opinione pubblica, che considera ancora il golf uno sport più elitario, divulgando invece il concetto per cui un campo e un ambiente ben curato possono essere non solo belli da vedere, ma anche un’attrazione turistica da gustare nella sua più completa dimensione”.

Come valuta un’iniziativa come questa che vuole dar voce ai circoli del territorio e far conoscere le persone che li vivono quotidianamente? 

Si tratta certamente di un’ottima iniziativa, che offre alla popolazione l’opportunità di conoscere l’ampia offerta sportiva che sono in grado di garantire i numerosi circoli distribuiti sul territorio e insieme tutte le peculiarità e le ricchezze della nostra terra: storia, cultura, tradizioni, enogastronomia, natura e soprattutto tante occasioni per praticare sport. 

È quindi anche l’occasione per sperimentare, cimentarsi, mettersi alla prova e divertirsi con una sana pratica sportiva”.

I risultati di un torinese doc come Francesco Molinari possono far avvicinare a questa disciplina un numero maggiore di giovani?

Sicuramente le gesta di un campione molto seguito favoriscono lo spirito di emulazione ed entusiasmano gli animi di appassionati e sportivi. Lo scorso anno Molinari ha realizzato qualcosa che fin ad allora sembrava impensabile: un italiano vincitore di un torneo major. Lui ci dimostra che impegno, dedizione e sacrificio uniti ad un sano spirito sportivo alla fine premiano. 

Questi sono valori preziosi che solo lo sport insegna e che spero contamino un numero sempre maggiore di giovani. Certo, i risultati non arriveranno subito, ma sono convinto che con coerenza e determinazione si possano raggiungere obiettivi sempre più alti” .

Quali sono le sue ricette per incrementare il numero di sportivi praticanti in Piemonte? 

Le istituzioni, gli enti locali, le realtà sportive, le scuole e le famiglie devono lavorare in modo sinergico per contribuire alla diffusione di una corretta pratica sportiva. Ho girato molto per il Piemonte in questi anni e ho potuto conoscere le esigenze del territorio. Nel Canavese ho cercato di sviluppare progetti ambiziosi, volti alla crescita dei territori, per permettere a sindaci e cittadini di riscoprire con occhi nuovi le potenzialità di questa meravigliosa terra. Un significativo esempio è stato la creazione del brand “Canavese in Sport” in occasione dei Campionati italiani di ciclismo e paraciclismo del 2017, che ha permesso a decine di Comuni un dialogo costruttivo imparando a condividere progetti comuni di territorio, così come due grandi opportunità saranno le due tappe del Giro d’Italia che il prossimo 24 e 26 maggio  abbracceranno l’intero Canavese, dalle Valli di Lanzo alla Valle Orco, dal Parco nazionale del Gran Paradiso ad Ivrea. 

Non esiste una ricetta perfetta, ma se si lavora con coraggio e determinazione  affinché ognuno faccia la propria parte, introducendo  sempre innovazione e creatività, i risultati prima o poi arrivano. 

Il numero di sportivi e di turisti che giungono in Piemonte grazie ad eventi sportivi è in continua crescita, ma occorre che essi siano accompagnati da un sistema che ci crede davvero e che sia in grado di accogliere e  offrire benessere, in un processo virtuoso dal quale derivino reali benefici in termini economici, di salute e di crescita sociale ed umana della nostra terra. Lo sport può essere davvero un eccezionale strumento in grado di darci tutto questo”.