2014 - Convegno Sport e Salute - saluti Ferraris

Convegno “Sport e Salute – Prevenire per contenere i costi della Sanità”

Riportiamo il testo del saluto dell’Assessore allo Sport della Regione Piemonte  Giovanni Maria Ferraris, in occasione del Convegno “Sport e Salute – Prevenire per contenere i costi della Sanità” che si è tenuto a Torino in data 12 luglio 2014 presso la Sala dei Trecento (Regione Piemonte) di Corso Stati Uniti, 23:

Sono lieto ed onorato di partecipare oggi ad un convegno di così grande rilievo per le tematiche affrontate e per l’importanza dei relatori, che ci illustreranno nello specifico gli effetti positivi del virtuoso binomio sport-salute.

Un particolare saluto quindi al Professor Porqueddu del Coni, al Professor Frea della Città della Salute e delle Scienze di Torino ed al Dottor Miglietta, del CONI Servizi, che modereranno l’incontro ed ai relatori:

  • il Professor Ghigo, il Dottor Minetto e la Dottoressa Actis della Città della Salute e delle Scienze di Torino,
  • il Dottor Parodi dell’ASL TO 1, i Professori Gilli e Senn, rispettivamente dell’Università degli Studi di Torino e dell’Università Bocconi di Milano,
  • il Dottor Astegiano dell’Istituto di Medicina dello Sport di Torino, dei quali ascolteremo a breve le relazioni tematiche
  • ed il Generale Gino Micale e la Dottoressa Mijno, che ci porteranno loro testimonianze.

Ed un caloroso saluto infine a tutti gli ospiti che vedo numerosi in sala, a testimonianza di quanto l’argomento del convegno odierno sia come si suol dire “sentito”.

Voglio qui oggi toccare brevemente alcuni punti, soprattutto perché vedo in sala l’Assessore regionale alla Sanità, il Dottor Antonino Saitta, che chiuderà il convegno odierno e con il quale spero di poter fin da ora iniziare una collaborazione concreta, perché la Regione Piemonte possa fare da capofila in materia.

Oggi ascolteremo importanti relazioni che evidenzieranno come una corretta pratica sportiva possa avere implicazioni fondamentali e conseguenze favorevoli non solo per la salute individuale di ognuno di noi, ma anche e soprattutto per la salute pubblica.

La pratica sportiva per i giovani significa l’abbracciare fin da piccoli un’adeguata educazione ad un sano stile di vita, fatto di attività fisica e corrette abitudini alimentari; per gli adulti un’ottima attività di prevenzione e per i più anziani addirittura la cura di particolari patologie legate all’età. Ma non solo.

Una corretta attività sportiva, soprattutto per i bambini, significa anche imparare a relazionarsi con il prossimo, capire quanto possa essere importante saper fare “gioco di squadra” o affrontare la sfida agonistica con correttezza e rispetto, adattarsi ad osservare regole e disciplina, riuscendo anche a divertirsi. Tutto ciò che ci serve, insomma, nella nostra vita da adulti.

Lo sport era considerato fin dall’antichità una parte imprescindibile nella formazione dei giovani. Platone affianca l’insegnamento della ginnastica alle altre discipline che i giovani devono assolutamente apprendere per avere un’educazione completa. Ippocrate riconosce l’attività sportiva come primo rimedio per mantenere il corpo in buona salute.

Ed oggigiorno infatti sembra quasi scontato affermare che la pratica sportiva debba essere bagaglio di tutti, indipendentemente dall’età. Purtroppo, però, le statistiche ci restituiscono un scenario molto diverso. Ancora troppo elevata è la cifra dei cosiddetti “sedentari”, che aumentano con il progredire dell’età unitamente a più bassi livelli di istruzione e di reddito. E ancora troppo pochi sono i bambini in età prescolare che vengono iniziati allo sport.

Le condizioni della nostra vita quotidiana, poi, non ci agevolano certo nel praticare del sano movimento! Basti pensare al nostro rapporto di dipendenza con l’automobile, per cogliere la refrattarietà all’esercizio fisico. Ed è proprio questa mentalità che deve cambiare di pari passo con l’atteggiamento delle Istituzioni, che devono agire da attori, per agevolare la pratica sportiva su tutto il territorio nazionale.

Non solo implementando le strutture già esistenti (solo in Piemonte si contano circa 3500 impianti sportivi con circa 7000 società sportive dilettantistiche), ma favorendo anche particolari progettualità. E mi riferisco, ad esempio, ad eventuali collaborazioni tra le ASL e le scuole, perché lavorino in sinergia e diffondano la consapevolezza di quanto lo sport possa essere considerato a tutti gli effetti salute e quindi venga praticato il più possibile.

Fin dal 2007 l’Unione Europea ha adottato il Libro Bianco sullo Sport, ai cui principi tutti noi dobbiamo ispirarci. Come rappresentante delle Istituzioni e come Assessore regionale allo Sport, ad esempio, è mia intenzione cercare di sanare ciò che mi permetto di definire un vulnus terribile, cioè il mancato insegnamento dell’Educazione fisica nella Scuola Primaria. L’educazione fisica e lo sport costituiscono un elemento basilare nel sistema educativo e l’assenza di insegnanti preposti a ciò non solo lede il diritto di tutti di praticare sport, ma favorisce inevitabilmente i più abbienti, creando ingiuste disuguaglianze.

Una sanità meno carente – ma lo potrà affermare certamente meglio di me l’Assessore Saitta – è rappresentata da un sistema dove l’accesso agli esami clinici ed il consumo dei farmaci possono essere notevolmente ridotti grazie al calo di patologie, che possono essere drasticamente abbattute o curate proprio con la pratica sportiva.

E non mi riferisco solo alle patologie più consuete, come le malattie cardiovascolari e quelle legate nello specifico all’età, ma anche a quelle di carattere psicologico, poiché è scientificamente dimostrato che anche per quanto concerne questo particolare tipo di patologie lo sport può avere degli effetti veramente benefici.

E voglio qui ricordare – e non da ultimo – quanto la pratica sportiva, supervisionata da professionisti del settore, sia fondamentale anche nella vita quotidiana dei disabili sia dal punto di vista fisico che psicologico.

Il Piemonte ha una lunga tradizione anche nell’organizzazione delle attività sportive per i disabili e praticate dai disabili e voglio qui ricordare alcuni esempi emblematici, che partono dalle Paralimpiadi di Torino 2006, per continuare con il Campionato Mondiale di Scherma di Torino (sempre nel 2006), durante il quale per la prima volta atleti normodotati ed atleti disabili hanno gareggiato insieme, facendo scuola per molte altre Federazioni nazionali ed internazionali di varie discipline sportive.

Esempi questi che mettono in luce ancora una volta la sensibilità e la particolare propensione del nostro territorio per uno sport senza barriere. Per uno sport per tutti. Lo sport, la pratica sportiva possono, anzi, devono essere considerati non solo un divertimento, ma anche e soprattutto una medicina. E qui mi piace sottolineare come una corretta pratica sportiva debba assolutamente accompagnarsi ad una adeguata supervisione medica, affinché si scelgano e si pratichino le attività sportive più consone alla nostra persona e non ottengano effetti controproducenti. Laddove si parla di prevenzione, cura e terapia, è necessario quindi che lo sport vada a braccetto con la medicina. E quindi, per finire, se è vero – ed è scientificamente dimostrato che lo è – che lo sport fa bene a tutti, allora facciamolo!

Come sosteneva Pierre de Coubertin:

Lo sport è parte del patrimonio di ogni uomo e di ogni donna e la sua assenza non potrà mai essere compensata.